Laura e quel tumore al pancreas scomparso grazie alla ricerca!

Una giovane donna di Siena ha la fortuna di rientrare in una sperimentazione dell'Airc, Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Solo così si scopre che la sua malattia è causata da una rarissima mutazione del Dna. Per la quale un farmaco esiste già. Davide Melisi, il medico dell'università di Verona che l'ha curata: "Sostenere la scienza può salvare vite"

L’importanza di saper leggere i geni. Il tumore del pancreas di Laura Rosi, 38 anni, di Siena, oggi è scomparso grazie a una lettura approfondita del Dna. “Il suo cancro – spiega Davide Melisi, professore all’università di Verona e ricercatore dell’Airc(Associazione italiana per la ricerca sul cancro) – aveva alla base una mutazione rarissima: quella del gene Ret. E’ la prima volta in Italia che osserviamo un tumore del pancreas associato a una mutazione di questo gene”.

Fortuna (almeno per Rosi) vuole però che una mutazione di Ret sia molto comune nel tumore della tiroide. E che abbia anche una cura già sperimentata e pienamente disponibile. “Abbiamo trattato il tumore del pancreas di Laura con un farmaco usato normalmente per il tumore della tiroide” spiega Melisi. “La terapia ha funzionato. La paziente ha avuto una risposta completa”. Il tumore cioè è per il momento scomparso.

La sperimentazione di una nuova cura

Per Rosi, che era arrivata a Verona con quella che il medico definisce “una prognosi severissima” e “una situazione clinica già molto compromessa”, la cura ha rappresentato un ritorno alla vita. “Tendiamo ad avere molta cautela nell’uso della parola guarigione, però” avverte Melisi. “Ci auguriamo che la risposta sia anche duratura”.

Già una prima volta, due anni fa, la speranza della guarigione si era infranta contro la notizia del ritorno della malattia. “Allora – ricorda Melisi – avevamo trattato la donna con un farmaco sperimentale, messo a punto da noi a Verona grazie al sostegno di Airc, che aumenta l’efficacia della chemioterapia. Il suo nome è inibitore di Tgf-beta. La risposta era stata ottima, ma dopo due anni il tumore si era ripresentato. E’ stato allora che abbiamo deciso di procedere con il sequenziamento completo del genoma con apparecchi di ultima generazione. E abbiamo notato la rarissima mutazione sul gene Ret”.

Conta il gene, non l'organo colpito

La storia di Laura Rosi è la dimostrazione che una rivoluzione copernicana è avvenuta negli ultimi anni nella cura del cancro: quel che conta non è l’organo colpito, ma il gene che è all’origine della malattia. “Pancreas o tiroide non conta” spiega Melisi. “Se la mutazione riguarda il gene Ret, il farmaco da usare sarà quello per il gene Ret”.

La ripresa della giovane donna dimostra anche la forza della medicina personalizzata. “Solo leggendo l’intero genoma delle cellule del cancro di Rosi ci siamo accorti di quella mutazione. Abbiamo usato una tecnica che purtroppo non è ancora disponibile per tutti, ma solo all'interno di alcune sperimentazioni”.

La ricerca Airc che salva la vita

“E’ molto importante che la ricerca venga sostenuta finanziariamente – aggiunge il professore - perché può salvare vite nel concreto. Ed è molto importante che i pazienti con forme di cancro rare e particolari si rivolgano a centri dove si svolgono le sperimentazioni. Solo così si possono ottenere terapie nuove, ancora non disponibili altrove”.

Nella Settimana della Ricerca in cui Airc racconta le sue iniziative e raccoglie fondi per trovare nuove cure, la storia di Rosi dimostra come la scienza possa ridare speranza anche di fronte a un tumore difficile come quello del pancreas.


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